L’adozione dei sistemi di gestione dei lavoratori basati sull’intelligenza artificiale (Artificial intelligence-based worker management – Aiwm) può ottimizzare la produttività, ma i risultati variano sensibilmente a seconda del sistema adottato. Una relazione dell’Agenzia europea per la salute e la sicurezza sul lavoro (Eu-Osha) mette a confronto il metodo partecipativo italiano, che garantisce migliori risultati in termini di salute e sicurezza sul lavoro (SSL), e il modello gerarchico belga, focalizzato sull’efficienza, ma con impatti negativi sul benessere dei dipendenti.
Partecipazione contro gerarchia. La digitalizzazione dei processi produttivi e l’introduzione dei sistemi di gestione dei lavoratori basati sull’intelligenza artificiale (Aiwm) stanno trasformando il mondo del lavoro, soprattutto nei settori industriali più avanzati. Tuttavia, come evidenziato dai ricercatori Eu-Osha, il modo in cui queste tecnologie vengono implementate può avere effetti molto diversi sulla salute, sicurezza e benessere dei lavoratori. Una analisi comparativa condotta su due aziende automobilistiche – un grande costruttore in Belgio e un fornitore di componenti di primo livello in Italia – rivela come il successo dei sistemi basati su IA dipenda strettamente dal contesto organizzativo e dal livello di coinvolgimento dei lavoratori. La differenza tra un approccio partecipativo e uno gerarchico ha un impatto significativo sulle condizioni di lavoro e sulla percezione del benessere da parte dei dipendenti.
Il confronto in sintesi. L’azienda italiana ha deciso di avviare un processo di transizione da un contesto produttivo tradizionale, in cui ogni lavoratore svolge un singolo compito, a postazioni di lavoro integrate in cui gli operai possono eseguire tutti i compiti necessari a produrre il bene finale e sviluppano la loro multifunzionalità. L’azienda belga, invece, si è concentrata sull’aumento della produttività per competere a livello globale nella transizione alla mobilità elettrica. Il modello partecipativo italiano, che include formazione sul posto di lavoro e feedback continuo, ha permesso ai dipendenti di adattarsi gradualmente ai nuovi strumenti. Il risultato è un ambiente produttivo più sicuro e collaborativo, con tassi di turnover bassi e maggiore soddisfazione lavorativa. In Belgio, invece, l’azienda analizzata si è concentrata sull’efficienza e sull’ottimizzazione dei processi attraverso sistemi digitali rigorosamente gerarchici. L’assegnazione dei compiti e il monitoraggio delle prestazioni in tempo reale hanno migliorato la produttività, ma a scapito del benessere dei lavoratori, con aumento del turnover e un’elevata presenza di lavoratori interinali, sintomi di un contesto lavorativo più stressante e meno inclusivo.
L’importanza di un impiego etico della IA. Entrambi i casi esaminati dimostrano che, sebbene l’intelligenza artificiale e le tecnologie digitali possano prevenire infortuni e migliorare la qualità del lavoro svolgendo compiti ripetitivi o complessi, l’approccio adottato dalle aziende fa la differenza. Una gestione inclusiva, come quella dell’azienda italiana, favorisce l’accettazione delle innovazioni digitali e garantisce un equilibrio tra produttività e benessere dei lavoratori. Al contrario, un modello esclusivamente orientato alla performance, come quello belga, rischia di introdurre tensioni e aumentare i rischi psicosociali. Lo studio sottolinea inoltre l’importanza di una governance trasparente dei dati raccolti dalle tecnologie digitali, per garantirne un uso responsabile. Coinvolgere i rappresentanti dei lavoratori e integrare il loro feedback nei processi decisionali è essenziale per evitare un abuso di sorveglianza e per promuovere un ambiente lavorativo equilibrato.
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