L’indennità di 600 euro disposta nell’ambito del decreto Cura Italia è “una soluzione momentanea e minima, tuttavia necessaria per poter affrontare l’emergenza, ma di certo non idonea per ripartire dopo. Senza occasioni di lavoro, infatti, i liberi professionisti non avranno la possibilità di pagare né imposte né contributi, oltre a non avere le risorse necessarie per la sopravvivenza. Ora ci aspettiamo che il governo adotti misure ben più corpose già a partire dal prossimo decreto di aprile”, con “forti investimenti in infrastrutture strategiche e un serio processo di sburocratizzazione”. Parola del presidente di Fondazione Inarcassa (l’organismo che rappresenta gl oltre 168.000 ingegneri ed architetti associati alla Cassa previdenziale delle due categorie dell’area tecnica, Inarcassa) Egidio Comodo, secondo cui, comunque, “il governo ci ha dato ascolto: i 600 euro saranno erogati anche a favore dei liberi professionisti più in difficoltà iscritti a Casse private”, e “in questo modo si è iniziato a restituire pari dignità ai liberi professionisti, rispetto alla platea complessiva dei lavoratori con partita Iva”, recita una nota.
(ANSA)